
E' noto come l'irradiazione solare sia sempre igienicamente benefica, perché si manifesta soprattutto con la distruzione dei microbi patogeni dell'aria. L'azione battericida del sole è dovuta ai raggi attinici, ed è tanto più potente quanto minore è la loro lunghezza d'onda. I più corti raggi ultravioletti che rappresentano la parte fisiologicamente più attiva dello spettro solare, vengono però ad essere assorbiti durante il passaggio dell'atmosfera; giungono a noi, invece, quelli più lunghi dotati soltanto di proprietà stimolanti che diventano lesive soltanto ad esposizioni prolungate. Cioè, l'effetto battericida, come anche quello eritematogeno ed il fotochimico, vengono ad essere strettamente legati ai fattori tempo ed intensità per un periodo breve. Ed è tutto qui il problema della disinfezione dell'aria, poiché le infezioni che attraverso l'aria "respirata", si propagano con una rapidità che può chiamarsi "esplosiva" e sono quelle che maggiormente incidono nelle comunità (circa il 65 per cento), specie se affollate o quasi, come aule scolastiche, luoghi di riunione, ecc. ecc. La soluzione consiste nel poter eliminare o disperdere i germi ed i virus velocemente e continuamente appena essi escono dai nasi, dalle gole, dai fazzoletti e dagli abiti di chi occupa gli ambienti, in modo da ridurre fortemente l'occasione che attraverso l'aria passino da un malato o portatore sano ad un soggetto recettivo. Ne deriva logicamente che l'intensità di radiazione deve essere tale da assicurare una distruzione di germi praticamente utile nel giro di secondi, o tutt'al più di pochi minuti primi. Le ricerche su potere battericida dei raggi ultravioletti, pur risalendo a più di mezzo secolo addietro, si sono definite in questi ultimi anni con prove sperimentali e documentazioni pratiche. In genere, secondo naturalmente gli usi e gli ambienti, le modalità di applicazioni fondamentali sono tre: sul soffitto, o sulle pareti laterali dell'ambiente per irradiare l'aria sopra una determinata altezza e qualche volta per l'irradiazione dei pavimenti o dell'aria al di sotto, 50-60 cm. dal pavimento stesso (scuole, locali riunioni, ecc.); in condotti chiusi per irradiarvi l'aria passante (impianti d'aria condizionata o semiconvenzionata); montatura di apparecchi sul soffitto o sulle pareti laterali per irradiare tutta l'aria di una stanza direttamente o muniti di deflettori se si vuole limitare l'irradiamento a cortine o barriere germicide per le sale operatorie e per le celle frigorifere.
2 commenti:
Ma scusa Claretta, visto che in questi ultimi anni sono aumentate a dismisura nelle scuole le infezioni batteriche e virali, perchè i dirigenti scolastici non prendono provvedimenti in merito considerato che, a quanto pare, le soluzioni esistono???
Caro Sindaco, bella domanda!
Non solo i Dirigenti Scolastici dovrebbero interessarsi del problema ma anche e sopratutto i Sindaci, gli Assessori, i Comuni (veri proprietari delle strutture scolastiche), nonchè i Dirigenti delle Aziende Sanitarie Locali.
Da qui dovrebbe partire la richiesta e quindi la sensibilazzazione del problema. Ti faccio notare che sul finire degli anni 50 il Sindaco di Milano, Prof. Virgilio Ferrari, fece installare in alcune aule scolastiche di varie scuole cittadine gli Aersteril. L'esperimento portò alla seguente incoraggiante conclusione: nelle 21 sezioni irradiate la percentuale di assenze per malattie trasmissibili per via aerea andava da 30,5% ad un max di 63,1%; e nelle 18 sezioni non irradiate dal 75,5% al 125,5% considerando che gli alunni si ammaleranno due o più volte.
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